Esce “LA ZECCA” (dal 12 aprile in edicola con Left). Il vignettista raccoglie 320 disegni e vignette con il settimanale Left: «È un gioco». Moni Ovadia: «Mette alla berlina gli omuncoli di potere»
C’è un autore di satira che resta particolarmente indigesto al ministro in grado di indossare abiti da mille mestieri, e talvolta anche la giacca e cravatta istituzionali, e che è presente 24 ore su 24 su Facebook, twitter, altri social, le notizie d’agenzia, i quotidiani, anche periodici di gossip per le sue fidanzate. Avrete capito di chi parliamo.
Il ministro è il responsabile degli Interni, il ministero chiave di ogni governo. Il vignettista è Vauro.
« I suoi fan mi arrivano fin dentro la cassetta della posta » commenta Vauro Senesi, pistoiese del 1955 che a chi ha potere, anche a sinistra e nel centro sinistra, ha sempre riservato trattamenti che ne rivelavano contraddizioni e inciampi con una sonora risata. Tanto per ricordarlo, D’Alema è stato suo malgrado un suo bersaglio molto amato, poi rimpiazzato dal debordante Renzi.
Adesso Vauro pubblica un libro con vignette e tavole a colori: “LA ZECCA“, in edicola insieme a Left da venerdì 12 aprile 2019, con 320 vignette e tavole anche a colori.
Lo presenta giovedì 11 aprile alle 19 nella redazione del settimanale in via Ludovico di Savoia 2b a Roma, dove l’autore pubblica da anni le sue vignette. All’appuntamento intervengono la direttrice responsabile Simona Maggiorelli, che conosce Vauro da una vita anche perché toscana di origine, e Moni Ovadia. E il cantante-autore-attore nella prefazione scrive: « Il suo linguaggio non cessa di indagare, di mettere alla berlina le rappresentazioni e i raggiri degli uomini e degli omuncoli di potere (…) Il tratto che compone i suoi personaggi, incluso quello di se stesso, è popolare, proletario, attinge a un’umanità che viene dal basso e ha tutti i titoli per stigmatizzare le ingiustizie ».
«Per me è un gioco, proprio come quello dei bambini, a volte rischioso, spesso chiassoso, fastidioso alle orecchie degli adulti ma mai monotono e sempre ricco di fantasia. E i bambini (almeno quelli di un tempo lo erano) sono immuni al conformismo», riepiloga il disegnatore che da anni subisce, rispondendo con una risata, «tentativi di censura, licenziamenti ed espulsioni, denunce e processi, assoluzioni e condanne fino all’ossessione compulsiva di Salvini di querelarmi ogni venti minuti».
Globalist, 06/04/2019