“Andy Rocchelli, l’uccisione di mio figlio dimenticata” (il manifesto)

La Corte ritenne corretta la citazione in giudizio dello Stato ucraino. Chiedere conto di questo «crimine di guerra» a Kiev vuole dire per l’Italia praticare una vera politica estera

ILMANIFESTO.it | 25 FEB 2024
di Elisa Signori Rocchelli

Ieri, 24 febbraio, era il secondo anniversario dell’inizio della guerra che miete in Ucraina vite di civili e militari, impoverisce e costringe alla fuga milioni di persone. Tra poco, il 24 maggio, saranno 10 anni dall’uccisione del fotografo italiano Andy Rocchelli, mio figlio. E di Andrei Mironov, attivista russo dei diritti umani, avvenuta nel 2014 a Sloviansk nel Donbass.
Sono inoltre passati due anni e due mesi dalla fine del processo che ha definito la responsabilità delle forze armate ucraine nel duplice delitto di Sloviansk, rimasto impunito.

Cosa lega insieme queste scansioni temporali? Tutto e niente.

Tutto perché Andy, Andrei e il fotografo William Roguelon, sopravvissuto all’attacco, erano nel Donbass per capire, documentare e raccontare quel sisma geopolitico che, dopo Euromaidan, stava aprendo una guerra fratricida tra ucraini. Avevano capito che la popolazione locale soffriva in ostaggio dei due contendenti, governo ucraino e Russia, e che non si trattava di una crisi locale, ma che lì si giocava parte del futuro del continente. Era quello il preludio del calvario della popolazione civile che continua oggiContinua la lettura (gratuita) su ilmanifesto.it

Foto: Andrei Mironov con Andy Rocchelli © Gabriele Micalizzi / Cesura

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