Coronadelirius — “Che fai, mi arresti?”, di Michele Santoro e Vauro

#Coronadelirius “Che fai, mi arresti?”, di Michele Santoro, 01.04.2020

Piccoli Napoleone crescono. Si chiamano De Luca e Gallera. E da semplici caporali si sono trasformati in generali in capo. Forse un giorno diventeranno imperatori, visto che gli italiani hanno già avuto Mussolini, Salvini come Ministro dell’Interno e sono abituati a non farsi mancare niente. Ma faremmo bene a ricordare che quando il Bonaparte invase la Russia trovò sulla sua strada Kutuzov. I francesi attaccavano alla ricerca della vittoria definiva e lui si ritirava e evitava lo scontro frontale. Senza smettere mai di combattere, logorava il nemico ai fianchi e gli impediva di ricevere rifornimenti e viveri. Quando il gelo arrivò, la fame e l’equipaggiamento logoro misero alle corde i francesi, che entrarono a Mosca ma la trovarono in fiamme e dovettero battere in ritirata. Oggi i nostri Napoleone ce li invidiano all’estero più come comici che come generali. Urlano alla catastrofe se un genitore porta il figlio fuori di casa per dieci minuti. Nel frattempo si impallano i computer dell’INPS. Che volete che sia? La prima cosa è “a salute”. “Siamo in guerra e stiamo scrivendo la storia non l’economia”. Conte dixit. Da oggi “è la storia” non più “l’argent” che fa la guerra. Sento anche dire che “abbiamo abbonato ai tedeschi i debiti di guerra e li abbiamo aiutati”. Peccato che siano stati gli americani ad aiutarli. Noi eravamo i loro più fedeli alleati fino a cinque minuti prima che la seconda guerra mondiale finisse. E la Germania ha pagato il prezzo altissimo di rinunciare alla sua sovranità. Ci sono solo due rimedi per sconfiggere il coronavirus: trovare un vaccino o sviluppare un’immunità di gregge. Per trovare il vaccino ci vogliono almeno diciotto mesi; non ci resta che sperare che la maggior parte della popolazione sviluppi naturalmente gli anticorpi. In teoria, se riuscissimo a proteggere in maniera efficace i più fragili, non sarebbe un male che il virus circolasse più velocemente. Anche perché, se lo chiudi in un appartamento, non smette di contagiare e, dopo gli ospedali, i focolai più importanti sono le case. Fauci, il consigliere di Trump, ha confermato che siamo i più bravi. Ma una mascherina per uso medico non siamo ancora riusciti a produrla. Confindustria potrebbe spiegarci perché? Il Commissario che “saranno pronte fra due giorni” ha detto anche “ve l’immaginate la Protezione Civile spendere due miliardi per approvvigionarsi del necessario quando c’erano solo due cinesi ricoverati? ” Certo, è da sempre che immagino un Governo (e una Protezione Civile) più intelligente di me e più capace di sopportare qualche critica sui social. Tanti cominciano a dire che è oggi che deve iniziare il dopo. Come? La Protezione Civile, il Commissario, i ministri competenti continuino a occuparsi dell’emergenza; ma il Governo senta gli esperti, smilitarizzi l’informazione , riattivi il Parlamento, coinvolga imprenditori e sindacati. Europa! Europa! Ma con quali soluzioni, con quali leggi e con quali risorse si riparte? Se è una guerra diteci come dobbiamo combatterla tutti. Rinunciando alla libertà e facendo decidere al governo (e ai medici) quando è arrivata l’ora di farci uscire? Mi manca Pannella e questo virus rimarrà a lungo con noi. Proverà a bruciare le nostre fabbriche, le nostre scuole, i nostri campi. Come Kutuzov. Quindi trovatene un’altra di ricetta, una nuova, un piano B graduale e convincente. Una data. Altrimenti esco; e voi che fate? Mi arrestate? Un’altra volta? Michele Santoro


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2 pensieri su “Coronadelirius — “Che fai, mi arresti?”, di Michele Santoro e Vauro

  1. Perché l’immunità di gregge può non essere una buona idea: anche nel migliore scenario possibile, ovvero che si ammalino soltanto i ragazzi, la mortalità in questa fascia di età è stata stimata 33 volte superiore a quella dell’influenza stagionale. Sempre meno dell’1% ma comunque notevole, tanto da mandare in crisi di nuovo il sistema ospedaliero. Le dinamiche epidemiologiche di SARS-CoV-2 non sono chiarite, né l’aspetto immunitario e eventualmente immunopatologico (una seconda infezione, causata da un virus anche leggermente antigenicamente diverso potrebbe dare esiti pericolosi, si veda il caso del CoV dell’enterite felina). E’ inoltre sconosciuta la direzione evolutiva del patogeno, che potrebbe non aver terminato di adattarsi alla specie umana, e le sue caratteristiche di virulenza e patogenicità potrebbero cambiare in un modo non favorevole alla popolazione umana. Esistono elementi sconosciuti, come la variabilità intra- e inter-etnica, socio-demografica e presenza di malattie concomitanti che si disveleranno soltanto quando grandi porzioni di umanità verranno colpite. La mitigazione (comunque la si voglia considerare: rallentamento o soppressione della trasmissione) appare a questo punto perlomeno cautelativa. L’elemento di impreparazione alla risposta pandemica dell’Italia era cosa nota da tempo cosiccome la mancanza di consapevolezza da parte del personale sanitario della necessità di aderire in modo stringere alle misure di prevenzione e controllo delle infezioni in ambito nosocomiale. La deresponsabilizzazione a tutti i livelli e il disinvestimento hanno reso il nostro Paese particolarmente fragile, forse se non di più rispetto ai Paesi in via di sviluppo non fosse altro per la presenza di ampie comunità di ultrasessantacinquenni. E’ negligenza della elite politica, scientifica e amministrativa, in toto, che dovrebbe essere stigmatizzata e quindi – una volta usciti dal disastro – punita con la massima severità. E’ come il 1919, nessuna differenza. Allora, come oggi, una inetta classe dirigente portò a morte un milione di persone (metà a causa della guerra, e l’altra metà per la Spagnola).

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  2. Proprio notizia fresca di questi minuti: Padova, donna delle pulizie – priva di protezioni personali – esposta a ambiente fortemente contaminato dopo che direttore di filiale di banca è stato ricoverato per COVID19. I lavoratori di pulimento sono privi di protezioni, di qualunque genere, i padroni rifiutano di provvedere e fanno firmare liberatorie per assicurazioni in caso di decesso e funerale…

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